50 anni di accesso al credito per le donne

28 Febbraio 2025
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Cinquanta anni fa, nel 1975, le donne italiane hanno finalmente conquistato il diritto di amministrare i propri beni tra cui, conseguentemente, anche il diritto di aprire un conto corrente senza il consenso del marito o del padre.

A cambiare le cose è stata la Legge n. 151 del 19 maggio 1975, meglio conosciuta come la Riforma del Diritto di Famiglia, una vera rivoluzione giuridica che ha finalmente sancito la parità tra i coniugi.

La riforma ha introdotto alcuni diritti fondamentali che oggi sono la base dell’emancipazione femminile:

  • Le donne ottengono il diritto di amministrare autonomamente il proprio denaro e i propri beni.
  • Abolizione dell’autorizzazione maritale per atti economici importanti come l’apertura di un conto bancario.
  • Il matrimonio diventa un’unione tra pari, eliminando il concetto di “capo famiglia” attribuito al marito.
  • La trasformazione della patria potestà nella potestà genitoriale (ora responsabilità genitoriale)
  • La scelta del regime patrimoniale della famiglia (separazione dei beni o comunione convenzionale)
  • La revisione delle norme regolanti la separazione personale, ora anche per l’intollerabilità della prosecuzione della convivenza.

Oggi non esistono quindi impedimenti per le donne per aprire un conto corrente e gestire i propri risparmi con facilità eppure, i dati ci raccontano una realtà diversa: quasi 4 donne su 10 in Italia non risultanto intestatarie di un conto corrente personale.

In molte famiglie italiane, la gestione delle finanze è ancora un compito maschile, e la donna spesso si trova nel ruolo di “amministrazione delle spese”, senza però avere un vero controllo del bilancio famigliare.

Non bisogna trascurare il fatto che senza indipendenza finanziaria non c’è parità e se le donne non gestiscono il proprio denaro, a quale equità e quale libertà possono ambire?

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